La nostra storia

Il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (C.T.I.M.) fu costituto nel 1968 da Mirko Tremaglia, Damiano Capotondi, Donatella Gila, Ornella Gila, Roberto Innocenzi, Carlo Lattanzi, Franco Massobrio, Millo Milletti e Marcello Nardi.
Vi aderirono nella Consulta d’Onore:
Giuseppe Prezzolini; Monsignor Arrigo Pintonello; le Medaglie d’Oro: Bruno Pastorini, Augusto Ugolini,
Aldo Vidussoni, Giuseppe Zigiotti, Giuseppe Valle, Ulderico De Cesaris, Sigfrido Bussoni, Ernesto Botto, Annibale Bergonzoli, Angelo Bastiani; i Professori:Giorgio Del Vecchio, Giorgio Alberto Chiurco; lo storico Gioacchino Volpe; i giornalisti: Alberto Giovannini, Piero Buscaroli, Giorgio Nelson Page; i Generali:Salvatore Castagna, Carlo Calvi di Bergolo, Giovanni Di Lorenzo e Aldo Marchesi; il Dr. Piero Parini; il Prof. Amilcare Rossi;
gli Ambasciatori: Luca Pietromarchi, Alberto Mellini Ponce de Leon e Giovanni Capasso Torre;
il Sen. Ezio Maria Gray; il commediografo Gioacchino Forzano
.

Fin dalla sua costituzione nel 1968, il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM) si è sempre distinto per il suo impegno a favore degli Italiani che vivono fuori dai confini della Madrepatria. Tale impegno si iscrive nel quadro della battaglia decennale della Destra Italiana per il riconoscimento dei diritti degli Italiani all’estero, primo fra tutti l’esercizio del voto in loco, battaglia condotta egregiamente in Parlamento dall’On. Mirko Tremaglia, Segretario Generale del CTIM. Tra le importanti conquiste a cui ha portato questa battaglia ricordiamo il censimento degli Italiani nel mondo e l’istituzione dell’Anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE). Se gli Italiani nel mondo ora esistono ufficialmente per lo Stato Italiano – e se in un prossimo futuro potranno finalmente eleggere i loro rappresentanti in Parlamento – è solo grazie all’impegno decennale del CTIM e dell’On. Mirko Tremaglia. Il CTIM è presente con una rete capillare di Delegazioni, Federazioni e Circoli in varie regioni d’Italia e in molti paesi del mondo.

Per una concreta politica per gli italiani nel mondo

Vi è un popolo Italiano che vive e opera oltre i confini della Patria: sono gli Italiani all’estero, calcolati in 5 milioni di cittadini, che lavorano in Europa, Asia e Africa, nelle Americhe  e nell’Oceania.
Vi sono poi circa 60 milioni di oriundi di origine Italiana, così conteggiati nelle stime del nostro Ministero degli Esteri; una potenzialità immensa, totalmente dimenticata e persino discriminata fino ad ora.
L’Italia non ha capito nei 40 anni trascorsi cosa doveva fare per avere con i propri cittadini all’estero legami e rapporti più stretti e più intensi, dai quali poter trarre sviluppo economico, progresso civile e nuovi rapporti internazionali.
Intendiamo fare oggi una scelta storica facendo divenire “produttiva” nel circuito nazionale ed internazionale questa presenza sino ad oggi sommersa. Il rapporto con gli Italiani all’estero è essenziale per il nostro processo di internazionalizzazione.
Abbiamo sollecitato imprenditori piccoli e grandi e strutture di intervento centrali e periferiche ad impegnarsi nel favorire la nostra azione nei vari paesi del mondo, ma ci siamo dimenticati che, almeno da cento anni, quasi totalmente ignorati, vi sono in quei paesi attivi milioni di Italiani.
Questa importanza socio-economica va riconosciuta nelle sue diverse forme di impegno e di rappresentanza.
Il nostro unico “fattore di forza” internazionale è rappresentato dalle nostre comunità all’estero, con un grande ritorno economico e politico per la Madrepatria.
È indispensabile una politica per gli Italiani all’estro che veda il coinvolgimento di tutti gli organismi preposti all’emigrazione. Una necessaria intesa tra il
 CGIE(Consiglio Generale degli italiani all’Estero) e i COMITES (Comitati degli Italiani all’Estero) e le associazioni, che indubbiamente svolgono un ruolo ed una funzione essenziale per le nostre comunità all’estero, è il presupposto per un modo diverso e più incisivo di affrontare le problematiche connesse all’emigrazione.
Una politica per i diritti. Non più ingiustizie e discriminazioni; in attuazione della Costituzione per la concessione, nell’immediato, dell’esercizio del diritto di voto all’estero, sia per l’elettorato attivo che passivo, dopo un ostruzionismo parlamentare durato oltre 30 anni.
Non dimentichiamo che l’Italia è l’unico paese civile al mondo che non dà il voto ai propri residenti all’estero.
Una politica per l’informazione. Occorre coordinare e agevolare le centinaia di stazioni radio e televisive di lingua Italiana esistenti all’estero e la Divisione Esteri della RAI.
Una politica culturale. Dare forza alla “Società Dante Alighieri” nella diffusione della nostra lingua, unitamente alle iniziative più generali attraverso i nostri Istituti di Cultura, alle scuole italiane, ai corsi scolastici e alle manifestazioni artistiche.
Una politica economica. Promuovendo lo sviluppo della cooperazione con la partecipazione dei nostri connazionali che sono stati fino ad oggi estromessi.
Una politica di appoggio e di intervento a favore delle migliaia di associazioni di Italiani e di oriundi e dei nostri operatori nei commerci, nel “made in Italy”; per procedere di comune intesa cin i rappresentanti delle categorie economiche, delle libere professioni, dei magistrati, dei parlamentari e degli uomini di governo di origine Italiana, per nuove e più vaste influenze ed accordi nei rapporti internazionali.
In particolare vi è la opportunità e la possibilità di incidere profondamente anche nella politica estera, attraverso le nostre comunità, per costituire un grande ponte politico ed economico tra Europa e America Latina.
Questo è il messaggio forte per associare nel grande progetto di rinnovamento tutti gli Italiani. È una impostazione unica e di valore eccezionale; per quelli che vivono in mezzo a noi e per quanti risiedono nei vari continenti, ma che per la prima volta diventano unità e partecipi nelle decisioni della politica nazionale.
 

Quali scopi e quali finalità

(estratto dello statuto del C.T.I.M.)

Art. 2 Il CTIM è una libera associazione di lavoratori Italiani residenti in Patria ed emigrati all’estero e di cittadini di origine
Italiana. Non si prefigge alcun fine di lucro.

Art. 3 Il CTIM ha come scopo il rafforzamento dei legami fra le varie comunità Italiane nel mondo e la Madrepatria, persegue finipatriottici, morali, culturali ed assistenziali rendendosi portavoce delle esigenze dei nostri connazionali, tutelandone gli interessi, prospettando adeguate soluzioni dei loro problemi, promuovendo iniziative parlamentari e di altra natura a tutela dei nostri emigrati e delle loro famiglie in Italia e all’estero.
In particolare il Comitato si propone:
a) di dare giusta soluzione all’esercizio del diritto di voto all’estero;
b) di svolgere attiva opera di difesa degli interessi delle nostre collettività, del loro patrimonio storico, culturale e linguistico;
c) di tutelare la dignità del lavoro e il buon nome degli Italiani all’estero;
d) di battersi per la parità di trattamento, per risolvere il problema degli alloggi, della scuola, della qualificazione professionale, della tutela previdenziale e per l’assistenza malattia dove questi problemi sono ancora insoluti;
e) di operare con ogni possibile mezzo per l’unità politica ed economica dell’Europa, nella riscoperta del comune denominatore rappresentato dalla sua civiltà millenaria nel rispetto delle culture nazionali, per la libera circolazione delle persone e delle idee,per l’elezione diretta del Parlamento Europeo.
A tal fine viene creato il centro Studi Europei del 
CTIM.
Inoltre di allestire biblioteche, organizzare manifestazioni culturali e sportive, tenere riunioni, conferenze, dibattiti e allacciare rapporti con altre associazioni di emigrati Italiani.
Il CTIM nel quadro di queste finalità promuoverà anche in Patria idonee iniziative per far conoscere e risolvere i gravi problemi degli Italiani sparsi per il mondo.
Art. 3 L’attività del 
CTIM si ispira a liberi principi, nel rispetto delle leggi del Paese ospite, affermando l’uguaglianza dei diritti per i nostri connazionali, e auspicando l’unità degli Italiani
.