Plenaria del Cgie: ecco “l’agenda Ctim”

Menia ctimdi Roberto Menia –

Attenzione alla demagogia. È questo il monito che farà da filo conduttore alla prossima plenaria del Cgie in programma a Roma dal 28 maggio, nella consapevolezza che se accanto ad una logica ed irrinunciabile lotta agli sprechi non si lavorerà parallelamente per difendere le conquiste del passato, non potranno che addensarsi fitte nube su quei cittadini italiani che hanno scelto l’estero.
Il coraggio e il rispetto non dovranno essere posti in secondo piano, per una serie di ragioni che attendono in primis il merito. Il paventato rischio di chiusura di alcuni presidi consolari italiani nel mondo, assieme ad alcune sedi degli Istituti Italiani di Cultura che già di fatto sono state cassate, impongono una riflessione che sia propedeutica ad una immediata azione. Se il problema è di mera natura economica e se il Ministero degli Esteri ha deciso per quella direzione di marcia, occorre individuare al più presto alternative efficaci e praticabili. Una potrebbe riguardare l’accorpamento in un’unica sede del Consolato e dell’Istituto Italiano di Cultura, non per una bieca accettazione dello status quo ma per una rapida soluzione di un disservizio oggettivo.

I presidi consolari sono strategici per i nostri connazionali residenti all’estero e immaginare una vacatio così prolungata non è nel novero delle ipotesi. A ciò si aggiunge la nota dolens degli Istituti di Cultura che dovrebbero essere invece potenziati e non dimezzati. Una rapida e utile concertazione con le comunità locali sarebbe dovuta essere invece la linea guida che tutti avrebbero auspicato da parte della Farnesina, ma le esigenze di mister “spending review” sembrano al momento avere avuto la meglio.
Ultimo ma non ultimo, il grande quesito che aleggia sulla sorte degli eletti all’estero. Riforma del Senato e loro scomparsa? Rimodulazione della loro presenza? Abolizione della circoscrizione “estero”?
Sta viralmente circolando in internet un video di You Tube che non fa certo onore alla categoria degli eletti all’estero ed in particolare ad uno di loro. E’ di fatto uno “spot” contro i parlamentari “esteri” (inutili, costosi, controproducenti e magari comprabili…) e si inserisce in una più vasta regia ed atmosfera ormai diffusa.

E’ palpabile una certa voglia di “buttare” la Legge Tremaglia, indicandone solo i frutti cattivi e non invece la grande conquista civile della stessa e le sue potenzialità. Ridiscutiamola, verifichiamola, ma non si commetta il tragico errore di cancellarla e con essa il grande lascito di diritti e civiltà di cui è portatrice.
Queste e tante altre ragioni fanno sì che la prossima plenaria del Cgie meriti tutto l’impegno del Ctim e l’attenzione da parte della pubblica opinione. È proprio nei momenti di maggiore criticità, quando le risorse vengono a mancare che la forza delle idee può e deve farsi largo. L’obiettivo se da un lato in questo anno strategico è stato quello di una opera di rivitalizzazione del nostro organismo, da domani diventa un altro: comporre un variegato e innovativo quadro di insieme, stimolando nuove forze a lavorare in sinergia con il Ctim nei cinque continenti. Il minimo comun denominatore è chiaro da tempo e scorre nelle nostre vene: quell’italianità, sociale, culturale, antropologica e politica che ci ha consentito in momenti di estrema difficoltà, di rialzarci e andare avanti.

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