Fonte: Formiche.net dell’11/11/14 di Francesco De Palo
Una percentuale di adesione stimata al 2%, scarsa comunicazione istituzionale, poco tempo per assimilare le riforme proposte dall’esecutivo (la cosiddetta inversione dell’opzione). IlConsiglio dei Ministri decide per spostare, dal dicembre 2014 al prossimo aprile, le elezioni deiComites, gli organismi rappresentativi della collettività italiana all’estero per cui sono stati stanziati sette milioni di euro e su cui si è acceso nei mesi scorsi un intenso dibattito.
SPOSTAMENTO
“È la stessa partita, solo che si va ai tempi supplementari”, commenta il sottosegretario agli Esteri Mario Giro. Sin dal suo insediamento, il governo Renzi aveva deciso di rispettare la scadenza del 2014, dal momento che è da due lustri che i Comites sono senza rappresentatività, così come previsto dall’articolo 10 del dl 109/2014. Istituiti nel 1985, si tratta degli organismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai connazionali residenti all’estero in ciascuna circoscrizione consolare.
AUDIZIONE
In occasione della prima audizione del sottosegretario al Comitato della Camera presieduto da Fabio Porta (Pd), lo stesso Giro ha sottolineato che info e modalità di elezione non sono giunte a tutti “se è vero che gli iscritti negli elenchi consolari erano, al 4 novembre, cioè a 15 giorni dal vecchio termine per le iscrizioni, poco più di 60mila, cioè meno del 2% degli aventi diritto”. La principale riforma consiste nell’inversione dell’opzione che – secondo Giro – è “un esperimento innovativo da mutuare anche per voto politico e referendum, per eliminare le ben note criticità delle modalità del voto all’estero, personalità e segretezza del voto, e il suo costo spropositato” se riferito al numero dei votanti.
PREVENZIONE
Il sottosegretario ha osservato che il numero limitato delle opzioni “rischiava di ingenerare una limitazione del diritto di voto, nonché dubbi sulla rappresentatività dei nuovi Comites, ma anche sulla percorribilità del sistema dell’opzione”. E’ la ragione alla base dello spostamento, stimolato anche dalle prese di posizione avanzate dai vari Comitati, dagli eletti all’estero e dalleCommissioni esteri.
DIBATTITO
Nelle ultime settimane da più parti si erano sollevati dubbi sulla cosiddetta inversione dell’opzione, ovvero con l’elettore che per esercitare il proprio voto avrebbe dovuto farne espressamente richiesta al consolato. Un passaggio che non è stato sufficientemente chiaro a tutti gli italiani residenti all’estero, così come denunciato anche dai patronati, con la lettera aperta delle Acli-Baviera al neo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
REAZIONI
“La presa di posizione di Palazzo Chigi – osserva il segretario generale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Roberto Menia – non fa altro che dare ragione alle obiezioni che in questi mesi abbiamo avanzato. Rilievi nel merito e non strumentali, che abbiamo effettuato sui parametri errati di svolgimento delle elezioni, con l’assurdità dell’inversione di opzione e con la scarsa comunicazione veicolata ai nostri connazionali all’estero”. Secondo Menia a questo punto si rende imprescindibile “un dialogo con tutte le parti in causa” non solo per migliorare il modus di svolgimento delle elezioni Comites, ma soprattutto per offrire “un ramoscello di ulivo a quanti, nei cinque continenti, ancora una volta si sono visti messi in secondo piano”.
DUBBI
Dubbi anche dal senatore eletto all’estero Aldo Di Biagio (Ppi) secondo cui “la fretta non è mai una buona consigliera, ricordo che il precedente rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comites e del Cgie si giustificava solo ed esclusivamente nell’ottica di riordino della normativa generale”. Mentre provocatoriamente l’ex presidente del Comites Atene, Angelo Saracini, aveva osservato come in tutto il mondo “forse siamo in dieci ad avere cognizione delle nuove regole, io personalmente le ho apprese da un sito americano e subito dopo ho diffuso la notizia in Grecia: solo allora si è mossa anche l’Ambasciata”. Per questo aveva anche segnalato la questione al vice ministro Lapo Pistelli, e in seguito si era reso promotore di una raccolta di firme indirizzata al Presidente della Repubblica.
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