Roma, 15 Maggio 2013
Egregio Ministro,
mi preme trasmetterLe queste brevi righe per condividere con Lei la questione del diritto al voto del cittadino italiano residente all’estero.
La legge 459/2001, cosiddetta “Legge Tremaglia” perché da lui proposta, ha introdotto nell’ordinamento italiano la possibilità per i connazionali residenti in territori extranazionali di votare per la propria rappresentanza nei due rami del Parlamento Italiano, dodici alla Camera dei Deputati e sei al Senato della Repubblica.
Fin dalla prima votazione in cui sono state concretamente introdotte le “Circoscrizioni Estero” – Europa, America Meridionale, America Settentrionale e Centrale, Africa, Asia, Oceania ed Antartide – si sono verificate incongruenze e criticità. È subito emerso un problema strutturale nella modalità di voto che purtroppo è stata fonte anche di inchieste ancora in corso.
L’urgenza è chiaramente una revisione della modalità del voto all’estero, per migliorarlo e renderlo più funzionale.
È questa la vera questione, a mio avviso, da considerare. Certamente non quella dell’eliminazione delle circoscrizioni Estero in toto o dei loro rappresentanti, lasciandolo loro comunque la possibilità di esprimere il voto.
Nel primo caso, con l’eliminazione delle circoscrizioni Estero si annullerebbe un diritto acquisito dopo anni di battaglie e rischierebbe di tagliare definitivamente quel collegamento tra l’Italia e i suoi emigrati e che già i governi precedenti hanno indebolito fortemente con i tagli operati. Nel secondo caso, si cancellerebbe l’applicazione del principio democratico tale per cui gli elettori hanno il diritto di avere i propri rappresentanti. Trovo sia molto più funzionale che sia un italiano residente all’estero a rappresentare e occuparsi delle problematiche vissute dai connazionali all’estero poiché ha una visione della situazione in corso molto più chiara.
Auspico in una radicale e sistemica riforma della legge elettorale, che non smetta però di comprendere il voto all’estero. La sua introduzione ha significato un grandissimo passo avanti per quel che riguarda il rapporto che l’Italia ha con i suoi figli che hanno dovuto, spesso a loro malgrado, abbandonare il proprio paese. Non torniamo indietro. Non eliminiamo i progressi compiuti.
Grato per l’attenzione riservata alla presente, Le porgo i miei migliori saluti.
Cordialmente,
on. Mario Caruso