Intervista di Francesco De Palo
“TAGLIARE NON SIGNIFICA ISOLARE. LA CHIUSURA DI ALCUNE SEDI DELLA RETE DIPLOMATICA NON EQUIVALE AD UN ALLONTANAMENTO DALLA MADRE PATRIA E NEPPURE UNA DISAFFEZIONE DA PARTE DEL GOVERNO VERSO I NOSTRI CONNAZIONALI ALL’ESTERO” ASSICURA MARIO CARUSO, ELETTO ALLA CAMERA NELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO E COORDINATORE PER L’EUROPA DEL CTIM. CARUSO IN UNA CONVERSAZIONE CON IL PORTALE DEL COMITATO RAGIONA A TRECENTOSESSANTA GRADI SULLA SITUAZIONE CONTINENTALE, STIMOLANDO LE SINGOLE REALTÀ TERRITORIALI A “FARE RETE”.
La spending review avviata dal Governo tecnico mette a rischio le sedi consolari italiane nel mondo?
Ci troviamo in un periodo di profonda congiuntura che sta condizionando, come è evidente, le scelte economiche del nostro Paese. Come ho già avuto modo di far presente, è impensabile immaginare una ripresa senza spendig review e ciò riguarda direttamente anche le risorse destinate ai connazionali all’estero. Questo, ovviamente, non significa che così come è stata inizialmente ponderata sia la formula migliore, tantomeno vuole essere una legittimazione a tagli indiscriminati. Stiamo lavorando per fare in modo che dalla crisi si esca in modo celere e con una razionalizzazione delle risorse che, troppo spesso in passato, sono state male impiegate. Ciò riguarda anche la rete consolare, che però, a mio avviso, non è a rischio.
Come impedire concretamente il rischio “isolamento”?
Tagliare non significa isolare. La chiusura di alcune sedi della rete diplomatica non equivale ad un allontanamento dalla madre Patria e neppure una disaffezione da parte del Governo verso i nostri connazionali all’estero. Esiste un’efficiente rete creata dal mondo dell’associazionismo e dall’impegno personale di tanti emigrati che costituisce un substrato capace di mantenere vivo quel rapporto con l’Italia senza far sentire abbandonati i nostri connazionali.
Ha fatto il suo primo ingresso in Aula con lo stemma del CTIM sul bavero della giacca: un segno identitario ma anche di forte attenzione?
L’elezione a deputato della Circoscrizione Estero è per me motivo di grande orgoglio: un impegno una responsabilità di cui sono stato investito grazie alla fiducia che è stata riposta in me e che ho intenzione di onorare al meglio. Da 40 anni vivo in Germania e mi sono da sempre occupato di Italiani all’estero. Nel mio percorso il CTIM è stato un importantissimo punto di riferimento che fa parte della mia storia e che rispetterò anche nel mio impegno da deputato.
Cosa rimane di quel principio associazionistico dettato da Tremaglia?
Il ministro Mirko Tremaglia, al quale tutti dobbiamo essere grati, ci ha lasciato una grandissima eredità. Malgrado le difficoltà, l’associazionismo degli Italiani all’estero ha continuato a portare avanti le battaglie avviate da Tremaglia e nelle quali anche io mi sono riconosciuto e impegnato. Adesso ci troviamo in una fase, necessaria, di riorganizzazione: un’ondata di rinnovamento sta attraversando tutto il mondo dell’associazionismo, ma lo spirito, il sentimento e l’impegno restano i medesimi.
Quali gli obiettivi del prossimo biennio per il CTIM Europa?
Il CTIM ha iniziato quel processo di perfezionamento necessario ad un organismo che sia al passo con i tempi e con le mutate esigenze degli Italiani all’estero. Tra gli obiettivi a breve scadenza che ci siamo preposti, in primis c’è la necessità di un rafforzamento della struttura stessa del Comitato. Il mio impegno personale è di far cresce il CTIM, riportandolo in auge e rimanendo fedele ai valori che ne hanno ispirato la costituzione da parte dell’onorevole Tremaglia. Da parte mia ho avviato una serie di azioni concrete volte a far crescere il Comitato sul territorio nazionale in modo che si instauri un contatto diretto con le sedi all’estero.
In quali ambiti intervenire per rafforzare il supporto agli Italiani all’estero?
L’associazionismo in questi anni ha dato prova di grande concretezza, sopperendo alle esigenze dei nostri connazionali. Tuttavia è necessaria un’azione di rinnovamento totale. Penso ad esempio a COMITES e CGIE, organismi che andrebbero riorganizzati per essere più vicini e più funzionali. Andrebbero pensati in funzione delle nuove generazioni e della nuova migrazione. I giovani sono la ricchezza della nostra emigrazione e gli unici capaci di poter raccogliere l’eredità di quell’associazionismo che all’estero ha dato ampiamente dimostrazione della capacità di ‘fare rete’ e rispondere alle esigenze territoriali.
La crisi greca ha influito sugli Italiani residenti lì?
Quella in Grecia è stata ed è una gravissima crisi economica e strutturale che ha colpito tutti, indistintamente. La crisi ha fortemente destabilizzato l’economia del Paese, con pesantissime ripercussioni anche sulla società. Da questo difficile periodo sia la micro economia che quella in grande scala sono uscite provate. Inevitabilmente ci sono state delle problematicità anche per i nostri connazionali: sia per i tanti Italiani che vivono nel territorio ellenico sia per quelli che commerciano con la Grecia. Senza contare che la crisi ha investito anche le Istituzioni, provocando instabilità per tutti i residenti, greci e non.
Una curiosità: sarà candidato alle prossime elezioni europee di maggio? E sotto quale simbolo?
Per il momento il mio impegno resta quello di deputato al Parlamento nazionale. Ho sempre partecipato attivamente alla vita politica nell’interesse dei connazionali all’estero e ora che sono stato eletto per rappresentarli nel Parlamento voglio proseguire su questo percorso. Sono stato votato per la mia storia e per il mio programma politico ed ho ferma intenzione di onorare la parola data. Non sono un politico di professione, non mi interessano le “poltrone”, mi divido tra la Germania e l’Italia per dare seguito al cammino che ho intrapreso prima dell’arrivo in Parlamento. La Legislatura è iniziata con grandi difficoltà e in questi mesi lo scenario è stato piuttosto instabile, ma credo fermamente di poter dare il mio contributo per migliorare la condizione degli Italiani all’estero.
Con grande stima ed affetto che mi complimento con tutti coloro che come me ,
innalzano nel mondo la bandiera dell’Italia.
Io continuo a farlo in quel di Bucarest e propongo a tutti una conferenza sul fenomeno migratorio
in queste terre da farsi presso Palazzo Italia Bucarest.
Fatevi sentire.
giovanni baldantoni