di Domenico Pavliani – Mille storie di migrazioni raccolte in un museo virtuale che corre lungo i tratturi della rete e dei ricordi di chi ha scelto di fare un salto, anziché restare due gradini più in basso. Il Migrador Museum è una scommessa, per dare voce e spazio a chi non è riuscito a far migrare quei racconti a spettatori e appassionati. Ma l’idea di Martino Pillitteri è innovativa perché allarga il perimetro di quei racconti che tanti volti e tante braccia hanno segnato. I perché di mille partenze, le enormi difficoltà di raggiungere un luogo e ambientarsi, gli sforzi per una nuova esistenza, le diffidenze iniziali, le amicizie sbocciate un attimo dopo. La rete tutto conserva, proprio come un immenso archivio.
Il primo museo on line dell’immigrazione in Italia ha uno scopo ben preciso: racchiudere in quelle web pagine racconti ed esperienze di chi ha scelto il viaggio, per lavoro, per amore, per scelta personale, o perché senza un’alternativa. E ha lasciato la Penisola più bella del mondo per costruirne un’altra, più piccola ma ugualmente calorosa, dall’altro lato del pianeta. Riuscendovi.