Incontri, progetti e grande attenzione ai temi degli italiani nelle Americhe. Inizia oggi il tour al di là dell’Atlantico del Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia, che lo vedrà toccare New York, Dallas, San Paolo, Buenos Aires.
Il 12 ottobre a Dallas sarà presente alla prima celebrazione del Columbus Day Parade in Texas promossa dal coordinatore del Ctim Nord America, Vincenzo Arcobelli, in concomitanza con la grande manifestazione che ogni anno si celebra a New York sulla quinta strada alla presenza del Sindaco, di senatori ed ospiti provenienti da ogni parte del globo. In quell’occasione il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia, sarà presente alle tre giornate di feste a New York, l’11, il 12 e il 13 ottobre per la parata finale.
A Dallas per il mantenimento della tradizione, della storia e del patrimonio culturale degli italo-americani nel Texas il Columbus Day si svolgerà il 12 ottobre presso il Ponte Continental Avenue Bridge e Porta West Dallas, Continental Avenue 109 alle ore 13,30. L’iniziativa nasce sotto gli auspici del Consolato Generale d’Italia e del Presidente del Comites Vincenzo Arcobelli, rappresentante della comunità italoamericana del Texas. Maestri di cerimonia Lucian La Barba e Jay Lombardo.
Il 13 e il 14 ottobre Menia sarà a Dallas per partecipare al Decimo Anniversario della Conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo.
“Si tratta di una straordinaria occasione di contatto e di crescita – osserva Menia – in quanto lì nelle Americhe il contributo italiano non solo è stato evidente e tangibile, ma ancora oggi si avverte, determinante, in tutta la sua interezza. L’evento del Columbus Day e la primizia di quello allestito a Dallas rappresentano la prova oggettiva di un movimentismo che va sostenuto e da cui ripartire, per gettare i semi di una rinascita che sia sociale prima che economica”.
E conclude: “Il riconoscimento che il Texas intende conferirmi è per me forte di soddisfazione di orgoglio, e intendo dedicarlo a tutti quegli italiani che oggi si trovano nelle stesse condizioni di un secolo fa: emigranti per via della congiuntura economica, ma consapevoli di poter dare un contributo fattivo e di eccellenza ovunque vadano”.