Quando si dice “dare i numeri”…

???????????????????Di Roberto Menia

Alla Farnesina l’hanno presa letteralmente così la questione del voto per le rappresentanze degli italiani all’estero. E c’è poco da stare allegri. Improvvisazione mista ad incapacità o, forse, determinazione dolosa a far del male. Avevamo contestato da subito la cervellotica norma voluta dal Governo (e dal sottosegretario Giro in particolare) che metteva di fatto in discussione il diritto dichiarato al voto di ogni cittadino, con l’onere sullo stesso imposto di andare ad esercitare una preventiva opzione per esprimere il voto stesso per i Comites (Comitati per gli Italiani all’Estero) presso le rispettive sedi consolari.

Ebbene, come avevamo previsto, e nonostante la proroga concessa dopo aver verificato che nei termini originari aveva esercitato l’opzione al voto un miserrimo 2 (dicasi due) per cento degli elettori, dai dati ufficiali diffusi dalla Farnesina (che riportiamo a fianco, clicca qui per il RIEPILOGO) sappiamo che si è giunti ad un altrettanto miserando 6 (sei) virgola qualcosa per cento. Ci sono sedi rimaste scoperte, ci sono circoscrizioni dove è presente una lista sola (cosa che fa torto al pluralismo ed alla partecipazione), insomma un disastro.

Ma oggi si aggiunge un altro scandalo. Come è noto a chi si occupa di queste vicende, una volta eletti i Comites, si passa all’elezione di secondo grado del massimo organo di rappresentanza delle nostre comunità, il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), quella sorta di parlamentino che si riunisce alla Farnesina e traccia – o almeno contribuisce a tracciare – le linee generali della politica per i nostri connazionali nel mondo. Il CGIE ha sempre osservato una attribuzione dei seggi, per zona geografica e paese, sostanzialmente proporzionale (con dei correttivi) alla presenza delle nostre comunità negli stessi.

Ebbene, nella tabella diffusa ora dal sottosegretario Giro (e che riportiamo a margine) che riparametra l’attribuzione dei seggi, tenuto conto della diminuzione del numero degli stessi da 65 a 47 (fatto previsto dalla legge per esigenze di risparmio) scorgiamo una palese manomissione – semplicemente stupida o piuttosto frutto di faziosa scelta politica? – delle regole di proporzionalità, rappresentatività e buon gusto; non solo, vi si legge anche un sostanziale messaggio di disinteresse per le nostre comunità più lontane.

In molti hanno chiesto ai Soloni della Farnesina con che metodo si fosse giunti a queste determinazioni e, nelle non risposte degli stessi, si è preferito far filtrare la notizia che derivassero dai dati degli iscritti al voto. Bene. Andiamo a vedere con alcuni esempi e dati alla mano cosa hanno combinato lor signori. I soli Brasile e Argentina mettono assieme rispettivamente 33.716 e 60.318 iscritti al voto per un totale di oltre 94.000: l’Europa, tutta assieme ne colleziona di meno, cioè 89.000. Eppure in Europa va il 55,81 dei seggi (ce lo dice Giro) , a tutta l’America del Sud (quindi compresi Venezuela, Uruguay, Cile e Perù) la metà. Si dirà: correttivi al risparmio… ma l’America che parla italiano potrà ben pensare di essere considerata di serie B.

Inoltre nella regione centroamericana Messico, nella Repubblica Domenicana e a Panama dove ci stavamo preparando per lanciare il nostro candidato, adesso si scopre che non ci sarà nessun rappresentante.

Ancora. Parliamo dell’altra America, la più grande potenza economica e militare al mondo. Intelligenza e lungimiranza politica consiglierebbero di trattarla con un occhio di riguardo. Per se stessa e per gli italiani che vi dimorano. Negli Usa si sono iscritti a votare 12.000 connazionali e avranno 2 seggi (contro i 5 precedenti); in Germania per 19.000 iscritti (quindi un terzo in più) ci saranno 7 seggi, 4 in più di quanto si sarebbe dovuto presumere in proporzione (contro i 5 precedenti: mistero gaudioso, come mai qui aumentano nonostante decresca la popolazione?).

Se agli USA affianchiamo gli oltre 10.000 connazionali del Canada, andiamo ampiamente oltre il dato della Germania. Ma al Canada va un solo seggio. Più teste ma USA e Canada assieme fanno meno seggi della sola Germania. Notiamo, ma non con troppa malizia, che in Germania sono fioriti i patronati di sinistra, che non attaccano negli USA dove è molto forte la presenza di liste del Ctim: caso del destino o la manina di qualcuno? E infine: pare logico attribuire all’Australia, che è un continente, meta di una grande migrazione italiana, un solo seggio come l’Algeria…? Non voglio deliziarvi oltre con numeri e congetture. Chi ha mente libera e spaziosa non ha bisogno di altro. E’ giusto protestare e speriamo ancora di riuscire a cambiare qualcosa in questo quadro che hanno disegnato e malamente apprendisti stregoni e furbetti del quartierino…

Noi, comunque, facciamo il nostro dovere e invitiamo chi ci segue a fare il proprio dovere. Innanzitutto a recarsi alle urne il 17 aprile e votare per le liste del CTIM – Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, laddove sono presenti, o per i candidati del Ctim nelle liste indipendenti e di coalizione, o comunque a scegliere chi si è distinto nelle battaglie per la libertà, la solidarietà, i diritti.

Nel nome delle nostre antiche e sempre nuove battaglie d’italianità.

TABELLA

Il Sottosegretario Giro ha presentato oggi al Comitato di Presidenza del CGIE la lista dei componenti del nuovo CGIE, quello che verrà eletto dai Comites per i quali sono in corso le elezioni. I componenti eletti passano dagli attuali 65 a 43. In Europa sono il 55,81 del totale: Germania: erano 5, diventano 7 Svizzera: erano 5, diventano 6 Francia: erano 7, diventano 4 Belgio: erano 4, diventano 3 Regno Unito: erano 3, diventano 2 Paesi Bassi: erano 1, rimangono 1 Spagna: erano 1 (assieme a Grecia e Turchia), rimangono 1 (solo Spagna) Lussemburgo: erano 1, rimangono 0 Svezia (assieme a Danimarca e Norvegia): erano 1, rimangono 0 In Sud America sono il 32,56% del totale: Argentina: erano 8, diventano 7 Brasile: erano 4, diventano 3 Venezuela: erano 3, diventano 1 Uruguay: erano 2, diventano 1 Cile: erano 2, diventano 1 Perù: erano 1, diventano 1 In Nord – Centro America sono il 6,98% del totale: USA: erano 5, diventano 2 Canada: erano 5, diventano 1 Messico (con Caraibi e Centro America): erano 1, rimangono 0 Nel resto del mondo sono il 4,65% del totale: Australia: erano 4, diventano 1 Sud Africa: erano 2, diventano 1 Algeria  (insieme a Etiopia, Marocco e Kenya): erano 1, rimangono 0

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