“Intestiamo una sala della Farnesina al ministro Mirko Tremaglia, colui che si innamorò degli italiani all’estero quando nel 1963 andò nel cimitero di Asmara per trovare la tomba del padre morto in Africa e vide i fiori sulle tombe degli italiani. Erano due garofani rossi e una felce verde, i colori del tricolore”. Questa la proposta con cui il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia, ha concluso il convegno sulla figura di Mirko Tremaglia “Sulla strada di Tremaglia, italiani nel mondo, diritti e sfide per il futuro” promosso lo scorso 23 marzo in Senato. Alla presenza dei vertici del Ctim (tra cui il Presidente Giacomo Canepa, Vincenzo Arcobelli membro del Cgie Nord America, Gianfranco Sangalli consigliere del Cgie eletto in Perù, Carlo Ciofi membro di nomina governativa del Cgie), e dei deputati eletti all’estero Aldo Di Biagio, Mario Caruso e Claudio Micheloni, l’occasione è stata fertile per raccontare spunti e idee del padre della legge sul voto per gli italiani nel mondo.
Menia ha ricordato una frase che “Mirko disse in occasione del giuramento da Ministro: ‘Ho scoperto che chi è lontano dalle madre Patria immerso, per ragioni più varie, in altre culture sente più profondamente il bisogno di definire la propria identità ed è per questo che i nostri connazionali all’estero hanno esaltato i valori e simboli quali la Patria, l’inno e il tricolore, anche quando l’Italia ufficiale e politica sembrava esserne dimenticata’. Una frase drammaticamente vera”.
I lavori sono stati avviati dai saluti istituzionali del “padrone di casa”, il senatore Aldo Di Biagio. Subito dopo Giacomo Canepa, presidente del Ctim, ha ripercorso le fase della sua vita. “La prima, quando da giovanissimo scelse di diventare un ragazzo di Salò; poi la sua vita politica legata al Movimento Sociale Italiano seguendo il pensiero di Giorgio Almirante, e infine il più importante per noi, il suo amore per gli italiani nel mondo, che oltre alla creazione del nostro Comitato Tricolore lo portò ad impegnare tutta la sua vita parlamentare per questa causa. Infine un pensiero alla sua famiglia con la moglie Italia e l’unico figlio, Marzio prematuramente scomparso ”.
“Mirko mi manca, – ha detto il comandante Arcobelli – e manca soprattutto agli italiani nel mondo e a questa nostra Patria”. Ricordare Tremaglia significa non solo parlare del voto per gli italiani all’estero, “ma andare oltre, guardare a quelli che erano gli ideali: Mirko diceva, ovunque ci sia un italiano, lì c’è il tricolore d’Italia. I veri ambasciatori degli italiani sono i connazionali nel mondo, a prescindere dalle professioni. Qualsiasi cosa venga rappresentata con il nome di Made in Italy risulta molto attraente perché alle spalle c’è risvolto non solo culturale ma anche economico e commerciale”.
“La legge per il voto degli italiani all’estero – ha ricordato il deputato Mario Caruso – ha permesso a chi come me che vive all’estero di poter partecipare alla vita politica, civile, sociale del paese a cui appartengo e amo”. Mentre secondo l’on. Claudio Micheloni “da quando ci ha lasciato Mirko non vi è stato più nessuno capace di mantenere al centro dell’attenzione politica la realtà degli italiani all’estero. Non siamo degni eredi del lavoro che lui ha fatto. Questo pericolo lui l’aveva visto, ci diceva ‘chi di voi verrà in Parlamento non dovrà comportarsi come gli altri, voi sarete un’altra cosa”.
L’ex Ambasciatore Paolo Casardi, capo di gabinetto di Mirko Tremaglia, ha ricordato come del “messaggio di Mirko rimanga qualcosa di vitale per l’Italia”. “Anch’io – ha sottolineato il consigliere del Cgie Gianfranco Sangalli – vorrei essere annoverato tra i risultati ottenuti da Tremaglia. Perché io sono un italiano di seconda generazione, e se ho potuto sviluppare e accrescere questo amore per l‘Italia, di cui non ho fatto naturalmente parte essendo nato all’estero, lo devo a Mirko Tremaglia il cui nome ho sentito per la prima volta a 22 anni, adesso ne ho 54″.
Carlo Ciofi, dopo aver ricordato le numerose iniziative portate a termine dal ministro come ad esempio il convegno dei missionari italiani nel mondo, ha detto: “Mirko Tremaglia era veramente un uomo che credeva in quello che faceva, era un vulcano”.
Infine le due “voci” giornalistiche presenti al tavolo dei relatori. Massimo Magliaro, già direttore di Rai International, ha parlato di “strade di Tremaglia”, dal momento che al rientro dai suoi viaggi raccontava le tante realtà degli italiani in giro per il mondo. “La legge per gli italiani all’estero l’aveva cominciata a concepire e ad elaborare già quando era semplicemente un deputato”. E Tiziana Grassi, direttrice del progetto editoriale “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo” che in occasione dell’esperienza decennale presso Rai International ha avuto modo “di ascoltare tutti i giorni, dal vivo, le istanze dei nostri connazionali, e non solo delle prime generazioni, ma anche delle nuove generazioni”.
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