Cosa aspettarsi sotto l’albero di questo Natale elettorale dal nuovo governo? Al netto di programmi e opportunità politiche, la priorità per un Paese che nasce e vive sulle proprie peculiarità è una sola. Promuovere ciò che sappiamo fare meglio. Apre così il numero di dicembre del mensile Prima di Tutto Italiani, auspicando la nascita di un Ministero per il Made In Italy.
Chissà se un ministero del made in Italy sarebbe potuta essere davvero una buona idea per cambiare passo ed evitare inciampi come il parmesan fatto in Cina o le improbabili paste presenti su alcuni scaffali d’Oltralpe, si legge nel fondino di apertura. Il problema è che nessuno a Roma ha preso sul serio la questione: il danno che viene fatto ai nostri prodotti è duplice. In primis mancati guadagni, in secundis l’immagine svilita di chi millanta il tricolore e invece usa coloranti e fotoshop per ottenere una mozzarella solo di facciata. Intendiamoci: qui non si tifa tout court per il protezionismo, ma neanche per quella sciatteria con cui si sono affrontati dossier significativi che investono l’oro italiano: il Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico di Modena, la mozzarella di Bufala, il grande Amarone, il bergamotto calabrese, il formaggio di Fassa, il prosecco di Conegliano. E potremmo continuare all’infinito. Per ora, auguri.
Da segnalare sul nuovo numero il bilancio Ctim dell’anno che si chiude del com. Vincenzo Arcobelli, la riflessione di Matteo Zanellato sulla moneta unica e l’Europa di domani, il viaggio del Capitano Vittorio Pugliese in treno dalla Grecia ai lager nazisti raccontato da Francesco De Palo, il bicentenario dell’atto di unione del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia vergato da Enzo Terzi e il fondo di Roberto Menia sul rispetto che si deve ai giovani ragazzi italiani.