Si è tenuto a Dallas il convegno nazionale dell’Organizzazione Italo americana dell’Ordine dei Figli d’Italia (Osia), che quest’anno ha scelto il Texas come sede dell’incontro alla presenza del presidente Dan Longo assieme al comitato esecutivo, ai rappresentanti di ogni stato degli USA e delle varie commissioni. Tra i punti fondamentali la relazione annuale del Consiglio supremo di giustizia – (Concil Supreme Justice) – che, guidato da Kevin Caira, contiene informazioni su tutto il lavoro svolto nel 2016 in merito alla protezione dei diritti degli italo americani: ovvero provvedimenti contro gli stereotipi negativi, azioni contro la cancellazione del Columbus Day, petizioni e lettere.
Ospite dell’Osia il Consigliere del CGIE negli USA Vincenzo Arcobelli, coordinatore del Ctim Nord America, che nel suo intervento ha aggiornato i presenti sulla celebrazione della festività del secondo lunedì del mese di ottobre, in quanto artefice – assieme al suo comitato – della prima parata del Columbus Day in Texas. Dopo aver ringraziato il Presidente Longo, Mark De Nunzio per aver coordinato l’incontro, Kevin Caira e l’intera assemblea, ha voluto fare una panoramica generale delle attività svolte e della Presenza italo americana in Texas, dell’Associazionismo, senza dimenticare di sottolineare il ruolo degli organi di rappresentanza – Comites e CGIE – e ricordando come si è riusciti ad organizzare la Columbus Day Parade a Dallas quando altre località vorrebbero abolire il Columbus Day sostituendolo con l’”Indigenous Day”. Ultima, in ordine di tempo, la “disputa” nella Città di Los Angeles.
Arcobelli, poi, ha evidenziato come in casi del genere sia fondamentale l’azione congiunta di tutte le Organizzazioni e le associazioni; secondo Arcobelli per proteggere il Columbus Day non dovrebbe essere escusa un’azione presso i membri del congresso americano affinché presentino un emendamento che stabilisca che una legge federale non può essere cambiata a livello statale o addirittura comunale.
La legge che istituiì il Columbus Day, ha ricordato Arcobelli, “fu firmata dai presidenti Roosevelt e Nixon per onorare gli italoamericani, mentre oggi vari comitati di liberal radical chic e di nativi americani di varie città minacciano e vogliono cambiare la festività, tra l’altro l’unica dedicata agli italo americani in tutti gli Stati Uniti!”.
E ha concluso: “Adesso bisognerà raggiungere quota 100.000 firme per la petizione online da presentare all’Amministrazione della Casa Bianca”.