Sul nuovo numero di PrimadiTuttoItaliani: e io pago

“Ed io pago”. Questa l’apertura del nuovo numero di PrimadiTuttoItaliani, che punta un fascio di luce sulle incongruenze di un governo nato per abbassare le tasse e dare stabilità, mentre invece potrebbe fare l’esatto contrario.

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“Lavoratori, studenti, pensionati o italiani all’estero poco conta – si legge nel fondino di apertura – . Da questo govero tutti, ma proprio tutti, devono aspettarsi una cosa sola: le mani in tasca. e un conto salatissimo. Altro che le promesse di crescita, di taglio del costo del lavoro, di incentivi alle start up o alle pmi. Per quegli italiani che hanno purtroppo scelto la via dell’espatrio (e sono ben 123mila nll’ultimo anno) non si vede la via del ritorno, mentre per quelli che hanno scelto di restare nello Stivale la vita si fa più dura del previsto, mentre l’incoscienza di una legge come quella sul reddito di cittadinanza consente di far avere quell’assegno anche ad un ex Brigatista con le mani sporche di sangue.

E’l’Italia di Rousseau, bellezza, quella cosa strana e melliflua, appiccicosa come una melassa che risucchia come neanche le sabbie mobili fanno. Che ha pure diritto di parola all’Onu per raccontare come intende ammazzare la democrazia parlamentare sull’altare dell’uno vale uno grazie a chi smanetta sui social, annunciando la rivoluzione della democrazia diretta. Insomma, ci aspetta un autunno davvero complesso e molto pericoloso, anche perché nella notte dei lunghi coltelli della manovra, Pd e M5s stanno già litigando alla grande. Alla faccia della stabilità e della fiducia dei mercati”.

Da segnalare sul nuovo numero il fondo di Roberto Menia sul trasformismo italico, la riflessione di Ferrante De Benedictis sulla risposta destrorsa al gretismo di facciata, l’incontro di Francesco De Palo con Makis Triantafyllopulos, giornalista greco di nascita ma italiano di animo e l’analisi sull’accordo Ceta molto contestato dagli agricoltori italiani.

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