Cinque anni fa mancava il ministro per gli Italiani all’estero Mirko Tremaglia, padre della legge sul voto per i nostri connazionali che lavorano e vivono lontano dall’Italia. Al di là della retorica del ricordo, crediamo sia utile oggi mettere l’accento su alcuni punti, significativi, riguardo l’eredità morale e comportamentale che ha lasciato.
Tremaglia è stato sempre molto amato e rispettato. Non solo dai colleghi di partito, ma anche dagli avversari. E poi dal popolo dei più giovani che vedeva in lui una guida. Era riconosciuto e legittimato in quanto dotato di carisma, un passaggio fondamentale per tracciare la geografia umana e politica del fondatore del Ctim.
Inoltre in occasione di una delle ultime interviste televisive che rilasciò, a proposito delle sue scelte passate, sottolineò che quando un uomo dispone di una certa morale, non può che scegliere la strada tracciata da quella morale. Senza passi indietro.
Parole che il padre nobile di quella comunità che dopo il ’48 prese, con tutto ciò che ne seguì, una data direzione politica, ha lasciate scolpite come un esempio. Accanto alla cifra politica, ecco la componente umana. Il ministro Tremaglia aveva un carattere deciso, a tratti burbero, ma dotato di due elementi molto rari: una straordinaria umanità e un grande cuore, qualità che ha riversato in massa in quella sconfinata passione che si chiamava Italia all’estero.
Non solo Marcinelle o le mille occasioni per commemorazioni e ricordi, ma anche semplici carteggi con i nostri connazionali, visite lampo, incontri conviviali per ascoltare con interesse vero e senza ipocrisie le mille problematiche che gli italiani all’estero avevano e hanno tutt’ora. Ecco, forse è proprio questa la grande eredità che il Leone Tremaglia ha voluto lasciare ai posteri.
Il rispetto per chi, con il tricolore nel cuore, ha scelto altri territori e altre terre. La dedizione ad una causa, al netto delle intemperie che quella scelta porta in grembo. E l’umanità che si fa tangibile, ciò che la politica tutta dovrebbe ritrovare. Non solo per il rispetto alla figura, integra e esemplare, di Tremaglia, ma anche per rispetto a milioni di cittadini e cittadine che, semplicemente, lo meritano.
Francesco De Palo